Nella nostra traduzione dal
National Catholic Register: Le nuove restrizioni del Fronte Unito cinese impediscono al clero straniero di presiedere attività religiose per il popolo cinese senza l'invito del governo cinese. Qui
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Le nuove restrizioni religiose della Cina limitano severamente l'attività missionaria straniera
Statua di San Francesco Saverio di fronte alla Cattedrale di San Giuseppe a Pechino; San Francesco è noto come "Apostolo della Cina". (foto: Zvonimir Atletic/Shutterstock)
Le nuove restrizioni del Fronte Unito cinese impediscono al clero straniero di presiedere attività religiose per il popolo cinese senza l'invito del governo cinese, limitando fortemente l'attività missionaria straniera nel Paese.
Secondo le norme, che entreranno in vigore il 1° maggio, “le attività religiose collettive organizzate da stranieri in Cina sono riservate ai soli partecipanti stranieri”, con poche eccezioni.
Le restrizioni si applicano ai credenti di qualsiasi religione e proibiscono severamente ai cittadini non cinesi residenti nel Paese di fondare organizzazioni religiose, predicare senza autorizzazione, fondare scuole religiose, produrre o vendere libri religiosi, accettare donazioni religiose o reclutare seguaci tra i cittadini cinesi.
Pubblicate il 1° aprile dalla National Religious Affairs Administration, una branca del Dipartimento del lavoro del Fronte Unito, le norme consistono in 38 articoli che impongono restrizioni alla possibilità per i cittadini stranieri di organizzare attività religiose nel Paese.
Intitolate "Norme per l'attuazione delle disposizioni sull'amministrazione delle attività religiose degli stranieri nella Repubblica Popolare Cinese", le norme stabiliscono inoltre che solo il clero cinese dovrebbe presiedere le attività religiose per gli stranieri nelle chiese e nei templi approvati dal governo.
Afferma che il clero religioso straniero che entra in Cina con uno status religioso può predicare solo se invitato da una delle organizzazioni religiose nazionali gestite dallo stato cinese e approvato dall'amministrazione per gli affari religiosi del Fronte Unito. Coloro che vengono accettati devono anche ricevere l'approvazione che il contenuto della loro predicazione "non interferisca con gli affari religiosi della Cina".
Pechino cerca da tempo di mantenere uno stretto controllo sugli affari religiosi, consentendo solo alle istituzioni religiose autorizzate dallo Stato di operare legalmente.
Le nuove norme arrivano dopo che la conferenza dell'Incontro nazionale congiunto dei gruppi religiosi del mese scorso ha incaricato i gruppi religiosi approvati dallo Stato, tra cui l'Associazione patriottica cattolica cinese, di integrare i principi del Partito comunista cinese nei loro sermoni.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]